Gigi Di Fiore ha contribuito con opere di grande spessore al processo di riscoperta del periodo storico in cui fu realizzata l’unificazione politica della penisola italiana ma anche di interpretazione di fenomeni criminali tutt’ora virulenti che affondano le radici in specifiche scelte politiche compiute nel passato, in momenti della storia d’Italia che hanno rappresentato vere e proprie chiavi di volta per l’edificazione delle successive impalcature istituzionali dello Stato.
I due eclatanti episodi che hanno condizionato e determinato quello che è stato, conseguentemente, l’assetto del potere politico in intere regioni d’Italia, sono state la legittimazione dalla camorra nel momento in cui fu portata a compimento l’unificazione politica della penisola, ad opera dei Garibaldini e dei Piemontesi, ed il credito che fu accordato alla mafia nel momento in cui gli Alleati preparavano lo sbarco in Sicilia, ottenendo l’aiuto di Lucky Luciano per un appoggio logistico e non solo, durante e dopo l’invasione dell’isola (come viene ben spiegato in “Controstoria della Liberazione”, sempre di Di Fiore).
E’ indicativo che questi due episodi siano accaduti proprio durante i momenti fondanti dello Stato italiano: il Risorgimento e la Liberazione.
In realtà per decenni ci è stata propinata una narrazione ufficiale della storia d’Italia, dal carattere agiografico con intenti autocelebrativi, da cui sono stati accuratamente espunti episodi che avrebbero potuto gettare delle ombre sulla retorica celebrazione della storia della nascita del Regno d’Italia prima, della Repubblica Italiana poi.
I libri di Di Fiore hanno permesso di acquisire consapevolezza di ciò che è accaduto. Dopo averli letti, non si è più gli stessi. Il rigore metodologico delle sue ricerche storiche rendono i suoi scritti, minutamente documentati, dei punti di riferimento irrinunciabili per qualsivoglia tentativo di riscrittura della storia delle nostre contrade e del nostro Stato. Mai un’invettiva va a minare la credibilità dei suoi ragionamenti che si dipanano solo come un’inoppugnabile esposizione dei fatti, dove tutto viene ricostruito in modo plausibile, senza distorsioni ideologiche o forzature interpretative.
Gaetano Ferrara